“Sapevo che era in quella zona, ero salito più volte per fotografarlo, ma ogni mio tentativo era sempre stato vano. Quella mattina di fine agosto come al solito avevo lasciato l’auto e mi ero incamminato verso la montagna. Era appena l’alba. Dopo circa un’ora di marcia un fatto inconsueto ed inaspettato: 8, 9 femmine di cervo davanti a me, spaventate. Ma ciò che allora mi colpì è che tutte quante camminavano nella medesima direzione, poi si arrestavano e quasi in contemporanea si voltavano guardando indietro, quasi di fianco, alla loro altezza. Mi ricordo che subito pensai a qualcuno, a qualcosa che le aveva turbate e mi venne spontaneo, quasi naturale farmi vedere dinanzi a loro. Ciò nonostante le femmine non distoglievano lo sguardo, fosse stata però una persona sarebbero partite, scattate via, sono solite farlo. Questa volta no, erano come interessate nel capire che cosa c’era là…
Decisi, vado in quella direzione… Prima un tratto di montagna piuttosto ripido, poi un pianoro, 100 metri quadri non di più, solo rododendri e cespugli radi. D’un tratto in un angolo intravidi quattro zampe che si muovevano tagliando l’aria, dal basso all’alto per intenderci. Pensai c’è un cane e si sta strofinando la schiena sull’erba … poi l’animale si acquatta e … allora ho capito che era un lupo. Il lupo a 20 metri da me. Allora ho fatto un passo indietro, una grossa pietra mi ha permesso di nascondermi. Solo fuori l’obbiettivo e la mano decisa per scattare la foto ferma quanto più possibile. Penso che le mie pulsazioni in quel momento saranno state sui 130 battiti. Mi sono concentrato, ho pensato alla tecnica adottata dai biathlonisti, quasi non respiravo. Poi il lupo si tira su, alza la testa, annusa qualcosa nell’aria, rincula e scende da un dirupo dietro di lei. Sì, era una bella lupa paciosa, mi sembrava con la pancia piena, forse i cervi visti prima ne avevano aimè un brutto ricordo.
Rimasi lì qualche minuto ancora, sopraffatto dall’emozione, non credevo ai miei occhi, dopo una vita che lo cercavo, lo avevo preso, immortalato: è lui! Poi ricordo solo una discesa mozzafiato verso l’auto ed il fotografo: la mia mano sarà stata ferma?”